Sarà certamente capitato anche a voi di pensare a quella cosa che Bauman definì “la società liquida”.
Orbene, ma sarà capitato anche a voi di pensare a quel concetto come si pensa a un formaggino spalmabile?
Non lo so, non è importante.
L’unica cosa che possiamo fare è ravanare attentamente nel nostro motore interiore, nel nostro cilindro per estrarre poi un nostro consiglio ad personam.
E il mio consiglio ad personam è: trovate le vostre risposte dentro di voi.
Insomma, questo mondo è palesemente la testa di qualche stronzo e noi siamo là sopra come capelli dispersi a cazzo in posizioni che sono tante, milioni di milioni e questo non vuol dire necessariamente “qualità”.
Questo mondo ci costringe a disciplinarci e – ricordiamo – noi siamo capelli là sopra messi a cazzo.
Citerò allora un famoso parrucchiere, un parrucchiere che una volta mi disse questo: aiutati che il gel ti aiuta.
Anche se non uso il gel ho sempre trovato questo consiglio davvero arguto e funzionante nel mondo reale.
Perché è un consiglio che lascia intendere la cosa che scrivevo qualche riga fa: anche se un consiglio sembra funzionare ricordati che è solo un consiglio, una specie di pentatonica, una cosa che non può funzionare con tutto.
E arriviamo dunque al sodo.
Perché se non riesci a dormire non ci puoi fare niente.
Non puoi contare le pecore perché nel 2017 ormai sono davvero troppe, sono inquantificabili.
Non puoi neanche andare nell’altra stanza a fumare una paglia perché poi ne fumi duecento e fai piangere Lars Ulrich.
Non puoi neanche leggere Bauman per addormentarti, è un casino.
Insomma, non si può fare niente.
Ma l’altra settimana, una notte in cui non riuscivo a prendere sonno, ho avuto un’idea geniale.
Ho preso il computer, ho aperto YouTube, mi sono messo le cuffie, ho inserito il minijack nell’attacco delle cuffie e ho cercato “Leonard Bernstein Young People’s Concerts”.
PAM!
Ce ne sono un sacco.
Ed ecco che “insonnia” perde la propria qualifica di “problema” per diventare semplice “insonnia”.
Ma anche meglio, “insonnia” si guadagna addirittura una qualifica nuova, una qualifica migliore: la qualifica di “amica dell’apprendimento”.
Perché diomà, non sapevo a cosa stavo andando incontro.
Ho messo questa puntata intitolata “What is a mode?” in cui quel simpaticone del signor Bernstein spiegava ai bimbi tutti i modi per filo e per segno.
E scusate ma li spiegava davvero a modo.
Cioè, più di dieci anni che ascolto Marquee Moon dei Television come uno scemo, un album pieno di scalette eseguite davvero a modo e nei modi più svariati dal signor Verlaine, un signore incensatissimo per il suo uso sapiente delle scale e dei modi.
Ma l’unica cosa che ho afferrato in dieci anni è stata questa: Marquee Moon è un bel disco e Tom Verlaine sembra una specie di Mark Knopfler con una scopa nel culo e il manico che gli tocca leggermente la gola.
Ah, e il pezzo che dà il titolo al disco sembra un po’ “Do Ya Think I’m Sexy” di Rod Stewart.
Non mi sembra abbastanza.
Aggiungiamoci poi che queste cose le ho afferrate solo dopo che qualcuno mi aveva messo la pulce nell’orecchio perché se era per me continuavo a sentire solo degli assoli belli composti suonati su delle Jaguar modificate o delle Jizzmaster o delle Tele.
Forse ho la testa dura.
Ma nessuna testa è abbastanza dura per Lenny.
Lenny elenca scale, modi, suona e spiega con delle dimostrazioni concretissime coinvolgendo anche i bambini del pubblico.
Ho capito tutto e ho anche riso di brutto perché a un certo punto, per spiegare il modo misolidio, Bernstein se ne esce con una sbocciata decisamente più rock’n’roll del rock’n’roll che imperversa oggidì.
Quindi se a questo punto qualcuno si è incuriosito io non dirò niente perché non voglio rovinare la sorpresa a quel qualcuno.
Comunque ricordate: se anche voi non riuscite a dormire prendete due compresse di Mixolidyan® e passa tutto.
pezzo: Fancy Free – VI. Three dance variations – Danzon
artista: Leonard Bernstein & NY Philarmonic
album: Bernstein conducts Bernstein – The Original Jacket Collection
anno: 2008
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