Nella profondità degli spazi siderali vaga alla deriva un corpo celeste chiamato Italia, che si dice fosse in passato fonte di arte, di cultura e di ingegno per tutte le stelle ed i pianeti della galassia. Poiché il suo sole è spento da molto tempo, l’energia e l’ossigeno indispensabili per la vita vengono assicurati da un antichissima macchina, costruita da abilissimi maghi-artigiani che ha funzionato perfettamente per millenni, ma che improvvisamente da un po’ ha iniziato a manifestare gravi problemi. Putroppo i sedicenti furbissimi abitanti di questo pianeta, nonostante il lunghissimo tempo a disposizione, non si sono mai presi la briga di cercare di capire come la macchina funzionasse e, non avendo la più pallida idee sul come ripaparla, sono precipitati nella più cupa disperazione. In questo clima da fine del mondo la popolazione, nella speranza di risolvere il problema, si è raggruppata attorno a tre ipotesi principali, ognuna sostenuta da un diverso leader, sulle quali discute con grande animosità.
La prima di esse prevede di non fare sostanzialmente nulla; in fondo, dice l’anziano ricchissimo capopopolo che fino a poco tempo fa aveva il compito di sorvegliare il funzionamento della macchina – anche se in realtà ha solo pensato ai suoi affari, questi antichi macchinari non ci hanno mai tradito. Basterà continuare ad oliare gli ingranaggi come abbiamo sempre fatto e la crisi passerà da sola.
La seconda è propugnata da un non più giovane e strano personaggio urlante ed arruffato, via di mezzo fra un duce ed un guru, che sostiene che prima di tutto la macchina debba essere distrutta a martellate ed i suoi custodi messi alla gogna in un grande rito collettivo di purificazione. Dopo saranno la carenza d’aria e di energia a fare il miracolo che innescherà la ripartenza. Chiunque fra i suoi seguaci abbia provato a manifestare un qualsiasi dubbio sull’efficacia della terapia è stato cacciato e linciato dagli altri fedeli inferociti.
C’è poi un giovane e brillante ex margravio che, al contrario degli altri due, sostiene che non si debba perdere altro tempo, perché la situazione è molto seria, ma che il funzionamento della macchina può essere compreso se solo si rimuovono tutte le incrostazioni di sporcizia e gli orpelli inutili accumulati nel tempo e che ora impediscono di accedere al meccanismo centrale. Se l’abbiamo costruita, è il suo ragionamento, una volta ripulita a dovere sapremo ripararla.
Oltre ai tre schieramenti descritti, sullo sfortunato pianeta si agitano anche gruppi minori, molti dei quali affidano al misticismo le speranze di salvezza. Uno di essi, ad esempio, è convinto che il prossimo passaggio della cometa Tsipras, come a loro dire previsto da antichi manoscritti, porrà fine ad ogni sventura ed aprirà una nuova fase di felicità e di progresso.
Intanto, molti e più pragmatici abitanti del pianeta stanno preparandosi ad abbandonarlo, così come fecero i loro antenati nella notte dei tempi.
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Raffaele Mosca
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