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di Pietro Zappaterra

Per evitare errori di valutazione come nelle elezioni Usa, sarebbe opportuno dare voce al cittadino medio ed ai motivi del voto degli elettori comuni, sondando, oltre la testa, anche la pancia di chi deve esprimersi. Perciò vorrei che fosse aperto uno spazio alle motivazioni dei comuni elettori.
Il mio “no” deciso al referendum nasce dai seguenti motivi. Nel 1953 veniva eletto in parlamento Giorgio Napolitano, che nel 2006 diviene Presidente della Repubblica e viene rieletto a tale carica nel 2013. Nel 2011 Napolitano nomina senatore a vita Mario Monti e in novembre gli affida l’incarico di premier. Poi affida l’incarico a Enrico Letta che è sostituito nel 2014 da Matteo Renzi. Questi tre signori non sono stati eletti dal popolo, ma nominati. Quindi non hanno legittimazione per operar in nome e per conto dei cittadini. Il mio “no”non entra nel merito del quesito referendario perché non ne ho la conoscenza giuridica per farlo ma diviene una protesta contro le istituzioni sul modo di agire al di fuori della volontà popolare. L’ultima volta che abbiamo votato è stato nel 2013. Quello che è avvenuto dopo lo ritengo illegittimo e, per riportare la sovranità popolare, ritengo il “no” l’unica possibilità per riappropriarci del potere, costringendo le istituzioni al ricorso alle urne.

Voto “no” anche perché non si lascia ai cittadini la responsabilità del voto referendario su un tema così specifico che richiede conoscenze di diritto pubblico e costituzionale. Poi c’è da dire che questo referendum non richiede un quorum nel senso che sarebbe valido anche se in pochi vanno a votare contrariamente ad altri referendum che esigevano il quorum.. Voto “no” perché a mio avviso si scarica sui cittadini una scelta la cui competenza dovrebbe essere del parlamento con le procedure e maggioranze previste per la modifica della Costituzione. Un domani, se le cose si mettono male, potranno dire : ” l’avete voluta voi questa modifica alla Costituzione “. I senatori poi con questa modifica non saranno più votati da noi quindi una privazione del diritto di voto. Voto “no” perché non capisco cosa ci sia dietro tutto questo interesse per questo referendum tanto da scomodare banchieri e Presidenti di altre nazioni, etc., e non mi fido. Bastava dire volete ridurre il numero dei senatori ? sarebbe stato allora semplice rispondere si senza scrivere tutta una pappardella incomprensibile perfino a costituzionalisti più preparati
Voto no perché il mio voto sarà l’eredita che lascio alle generazioni future e sono troppo ignorante da assumermi la responsabilità di cambiare la nostra Costituzione con queste premesse. Dietro ogni articolo della carta costituzionale stanno centinaia di morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla costi quel che costi
Io Voto “no” perché con il ”no” resta una speranza, con il “ si “ a mio avviso perdiamo anche la speranza

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