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Da: Organizzatori

Martedì 8 novembre 2016, ore 17 nella Biblioteca del Centro Documentazione Donna via Terranuova 12/b – Ferrara
Elena Branca parla di Ellis Inglis, suffragetta e chirurga durante la Grande Guerra

“Dottoresse al fronte? Dalle pioniere arruolate come chirurghi civili durante la guerra civile americana all’esperienza degli ospedali femminili scozzesi – Dr. Elsie Inglis e gli Scottish Women’s Hospitals – durante la Grande Guerra, allo strano caso della dottoressa francese arruolata per sbaglio.”

Due incontri su un argomento finora poco trattato: il primo, 8 novembre 2016, sulle dottoresse americane, dalle antesignane attive durante la guerra civile americana su entrambi i fronti fino alle dottoresse autonome che partirono con ospedali finanziati dalle associazioni femminili e poi al seguito della Croce Rossa Americana, e anglosassoni, finanziate dalle associazioni di suffragette.
Si parlerà di Mary Edwards Walker M.D, della Dr. Orianna Moon Andrews, della Dr. Anita Newcomb McGee, della Dr. Mary Emily Lapham.
Per quanto riguarda il mondo americano e anglosassone già diverse autrici hanno scritto e pubblicato, anche su numerosi siti pubblici, le storie di queste donne, in particolare degli ospedali femminili scozzesi (Scottish Women’s Hospitals), oggetto della prima chiacchierata, si può trovare abbondante materiale.
Per quanto lo spazio concesso alle donne in medicina, nel mondo anglosassone, sia assai più ampio che non in Italia, anche qui siamo ancora di fronte a un blocco: quando la Dr. Elsie Inglis nel 1914 offre al Ministero della Guerra e alla Croce Rossa Britannica un ospedale da 100 letti, completo di materiali e personale, viene invitata a tornarsene a casa a far la calza. La figura dell’infermiera militare è stata, per così dire, accettata e digerita le dottoresse no, non sono gradite.
Dr. Elsie Inglis è una signora matura (all’epoca cinquant’anni avevano un valore diverso da oggi), dirigeva un ospedale, faceva la chirurga ma era anche segretaria di una importante associazione femminile scozzese per il voto alle donne (le cosiddette ‘suffragette’) che finanziò la sua impresa, almeno in fase iniziale.
Racconteremo la sua storia e, di conseguenza, quella delle oltre 1400 donne che durante la guerra furono attive in questi ospedali femminili sparsi per i vari fronti occupandosi di tutto: dalla direzione sanitaria, alla gestione sanitaria (camere operatorie, degenza, radiologia e riabilitazione), alla logistica degli ospedali, ai trasporti, alla incredibile evacuazione dei feriti dell’esercito serbo in fuga attraverso le montagne albanesi in pieno inverno. La ricerca è stata facile, qualche pomeriggio al pc, storie, fotografie e dati a iosa.
Si tratta di donne scozzesi, inglesi, americane e australiane: insomma suddite di quell’Impero Britannico dove, come già detto, c’è una lunga tradizione di infermiere militari. Alcuni nomi noti: Dr Flora Murray, Dr Louisa Garrett Anderson, ma anche di Mrs Mabel St. Clair Stobart, e di Frances Ivens o dell’australiana Dr.Laura Hope.
Quanto alla dottoressa francese, Madame le Major Medécin Nicole Girard-Mangin, al fronte ci arrivò per sbaglio: gli addetti all’arruolamento la scambiarono per un uomo a causa del nome e del curriculum.

Elena Branca è autrice di ‘Appunti di studio. Dottoresse al fronte? La C.R.I. e le donne medico nella Grande Guerra: Anna Dado Saffiotti e le altre’, Edizioni A.N.S.M.I., Torino 2016

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