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di Lorenzo Bissi

Avvicinare gli spettatori di ogni età e provenienza al culto e alle tradizioni della fede ebraica attivando, oltre alla sola vista, anche l’olfatto e l’udito.
Questa è la proposta del Meis, Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di via Piangipane, che ieri, domenica 18 settembre, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, ha deciso non solo di aprire le porte alla cittadinanza, ma anche di offrire il tour guidato alla mostra intitolata Torah, fonte di vita.
Nonostante la collocazione degli oggetti esposti non sia quella originale, quella cioè del Museo della Comunità Ebraica ferrarese in via Mazzini, a causa del terremoto del 2012, che tuttora costringe la comunità a svolgere le proprie celebrazioni esclusivamente nel tempio Fanese, le opere trovano ampio respiro e mantengono il loro valore, disposte in tre sale del palazzo e avvolte da un’atmosfera allo stesso tempo suggestiva, intima e accogliente. Tutti gli oggetti all’interno del palazzo sono legati alla Torah, e di conseguenza alla vita religiosa di un uomo ebreo.
L’antico testo è il filo conduttore dell’esposizione: un’intera sala è dedicata agli oggetti con cui questo viene decorato, curato, letto. Un’altra riproduce uno spaccato della sinagoga dove il rotolo sacro viene custodito durante le celebrazioni, mentre l’ultima sala, la più simbolica e astratta (non a caso dedicata al tema del pensiero), trova al suo interno libri ed enciclopedie riguardanti i commenti riguardanti questa, oltre a grandi punti interrogativi disegnati sulle pareti: ognuno può porre una domanda, avviare un dibattito, lasciare una riflessione, scrivendola sul muro.
Sharon Reichel, la curatrice della mostra, sembra dunque voler rendere la mostra il più fruibile a tutti, attraverso percorsi didattici dedicati anche ai più piccoli, e dare allo spettatore l’opportunità di essere attivo nel suo percorso, facendolo pensare, riflettere, domandare, utilizzando anche l’ausilio di profumati bastoncini di cannella, chiodi di garofano, anice stellato e bacche di ginepro.
Le piccole dimensioni della mostra non devono per forza essere considerate un difetto, poiché ogni oggetto richiede, per assumere il giusto valore, un’attenta analisi delle descrizioni e una buona dose di curiosità.
In aggiunta al percorso di base, si può assistere ad un video umoristico prodotto dalla Comunità ebraica di Torino riguardante le parlate giudaico-italiane trattate attraverso ironia, doppio senso e metafora.
La mostra sarà aperta fino al 31 dicembre 2016, e merita di essere vista, pensata, ascoltata e annusata.
Per info: http://www.meisweb.it/

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Redazione di Periscopio



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