Le ragioni del Si al referendum costituzionale. Se ne è parlato a Ferrara in un’ iniziativa organizzata da Pluralismo e Dissenso
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Un tema caldo di attualità politica che in questi giorni sta letteralmente infiammando i dibattiti e le tribune di confronto, sia in tv, sia in altri spazi, come feste di partito e congressi, è sicuramente quello del referendum costituzionale. La proposta di legge Renzi-Boschi ha prodotto una vera e propria scissione dell’opinione pubblica e sta sfociando in grandi tensioni anche all’interno del partito del quale fanno parte gli stessi fautori della nuova legge. L’oggetto referendario non è semplice, e quando si tratta di mettere mano alla Carta Costituzionale si tende sempre, giustamente ad essere estremamente cauti, ma la percezione degli effettivi cambiamenti che questa riforma porterà in larga misura non è ancora stata assunta appieno dai cittadini. L’iniziativa organizzata ieri nella sala dell’Arengo nel palazzo municipale di Ferrara dall’associazione Pluralismo e Dissenso, nella persona di Mario Zamorani, ha voluto mettere a fuoco i punti chiave per i quali le ragioni del SI, dovrebbero prevalere su quelle del NO. I relatori sono stati assolutamente puntuali e precisi, cercando di persuadere il pubblico, fornendo motivazioni e argomentazioni a sostegno della loro tesi, cercando il più possibile di entrare nel merito della proposta di legge. Secondo Rita Cinti Luciani, socialista, “Il referendum è stato assunto come discussione personale per indebolire il governo Renzi, per evitare di entrare nel merito dell’oggetto referendario realmente in discussione”, e continua affermando con forza: “Il nostro bicameralismo non è più tanto perfetto!”. Il “bicameralismo perfetto”, sancito dalla Costituzione è infatti uno dei punti che maggiormente dividono l’opinione pubblica e i diversi fronti di schieramento. L’ex sindaca di Codigoro conclude dicendo che: “Chi non voterà SI al referendum rimarrà ancorato ad un struttura statale farraginosa, alla stagnazione delle leggi che non verranno mai approvate a causa del lunghissimo iter legislativo alle quali, a causa di questo sistema, sono da sempre sottoposte”. A seguito dell’intervento della Luciani è stata la volta di Giovanni Negri, ex segretario del Partito Radicale, il quale sulla medesima rotta tracciata dal precedente intervento, ha aggiunto con forza che sentire che il problema dell’Italia, e questa riforma è la tutela dei piccoli partiti lo disgusta. Non solo, ma secondo Negri se questa riforma non dovesse passare, ci dovremo rassegnare a mantenere questo status quo per almeno altri 20 anni. Prende poi una posizione molto drastica rispetto il ruolo delle singole parti della “società civile” Giovanni Negri, il quale sostiene che: “I magistrati non devono interferire nell’iter referendario assumendo posizioni politiche, come hanno fatto con il referendum sulle trivelle”. Un aspetto che l’attuale leader de “La Marianna” ritiene molto positivo e innovativo è la possibilità di intraprendere un iter referendario propositivo e non solo abrogativo, come ora prescrive la Costituzione. “Ne abbiamo sentite di tutti i colori, ci hanno insultato accusandoci di massacro della Costituzione”. Questa è stata la dichiarazione di apertura del segretario provinciale del partito democratico Luigi Vitellio. Continua dicendo. “Noi vogliamo semplicemente un Paese normale, che abbia leggi e iter burocratici normale, e soprattutto più semplice, perchè con il sistema attuale non è possibile continuare”. Molte critiche giungono da parte di molti schieramenti del NO sulla formulazione e la competenza territoriale del Senato, ma Vitellio spiega :”Il Senato non verrà cancellato, ma verranno cambiati gli ambiti di interesse e parzialmente le competenze”. Sebbene uno dei punti in maggior discussione in questi giorni sia il mantenimento dell’immunità parlamentare, garantita dalla nuova proposta del governo. Anche il segretario provinciale PD conviene con Negri e con la Luciani, che la mancata approvazione del referendum condannerà il Paese ad uno stato di staticità e lentezza inadeguata al mondo attuale, e completamente fuori dai canoni delle altre Nazioni europee.
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