In pescheria vecchia esposizione temporanea di Annamaria Guidi.
Tempo di lettura: 2 minuti
da: ufficio stampa Comune di Comacchio
Annamaria Guidi, allieva di Guido Cinti, senza andare lontano da casa sua ha trovato a Comacchio le proprie radici, ha scoperto il suo eden privato.
Qui ha sviluppato la capacità di godere quelle cose piccole e semplici, ma preziose, che rendono la vita piacevole, serena, ha ascoltato la voce di quel fanciullino a cui si riferisce Pascoli, che vive dentro di noi, che ci parla in tono sommesso, ci convince a scoprire lo stupore, l’intimità, l’anima segreta nascosta nei fiori, nelle pietre, nelle nuvole, nello scintillio di un raggio di sole. La fantasia e quindi la poesia, sorella della pittura, a cui ricorre Annamaria non consiste in una fuga dal mondo ma in uno strumento che consente di conferire maggiore stupore alla vita quotidiana trasfigurandola, trasferendola nella dimensione della fiaba.
La sua pittura si avvicina sia allo spirito spontaneo, candido tipico dei pittori naïfs, sia alle suggestioni del realismo magico, quel movimento che in Italia negli anni 20-30 era rappresentato dallo scrittore Massimo Bontempelli e da alcuni pittori memori della lezione di Rousseau il Doganiere.
Per Annamaria la fiaba si proietta nella dimensione domestica, nel mondo quotidiano, una natura morta si trasforma in frutti colti dall’albero dell’eden, posati sul tavolo per deliziarci con i loro colori paradisiaci, accostati a una Eva piccola come un soprammobile. Le valli di Comacchio con i loro casoni diventano luoghi leggendari dove si aggirano figure femminili nude simili a ninfe, fate, sirene che catturano le anguille e giocano con gli aironi, custodi di una natura pervasa di quell’incanto che riesce a percepire lo sguardo di un bambino. Le fiabe di Annamaria contengono un significato religioso, ci invitano a scoprire la sacralità e la bellezza del creato. Ecco cosi che l’immagine di San Francesco, mentre accarezza il lupo di Gubbio, evocata in un dipinto di Annamaria, non risulta per niente casuale in una pittrice che può essere definita francescana, che interpreta il santo di Assisi come personificazione del paesaggio.
Allo stesso modo il ritratto di San Contardo d’Este, interpretato come un icona o un ex-voto, un santo medievale della casa d’Este, ci riporta alla mente il nome di Gianna Vancini, la quale ha commissionato questa opera alla pittrice comacchiese prima di morire.
La Vancini, recentemente scomparsa nel giugno del 2016, ha fondato nel 1999 il Gruppo Scrittori Ferraresi, riversando la sua passione per la letteratura e per la ricerca storica in veste di professoressa, autrice di numerosi romanzi, saggi sillogi poetiche, agiografie. Ha dedicato tre libri a San Contardo d’Este, pellegrino da Ferrara a Broni. Ora Annamaria ha recepito il testamento spirituale della Vancini, rendendo un omaggio amichevole a questa scrittrice indimenticabile a tutti noi cara.
Sostieni periscopio!
COMUNE DI COMACCHIO
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it