Skip to main content

Esistono oggi, nella nostra contemporaneità, i samurai?
I samurai sono uomini di rispetto e di onore e il loro nome significa “colui che serve”. Le loro origini risalgono forse al 600 d.C. Probabilmente scintoismo e confucianesimo sono alla base della loro ideologia. Ciò che li distingue è il carattere Kami, composto da Ka (nascosto) e Mi (visibile): quindi Kami è tutto l’universo. Questo però ci aiuta poco a capire. Bisognerebbe studiare tutta la storia del Giappone. Nè ci aiuta il periodo Kamacura o Yorimoto, che portò i samurai al potere nel 1200. Più vicino a noi (1500) ci fu lo Shogunato, ma anche questo è troppo lontano. Più interessanti, invece, i codici dei samurai e lo zen, che ha insegnato a utilizzare non solo la mente, ma tutto l’essere. Tutto in base a principi etici. Gli ideali di lealtà e sacrifici personali sono diventati così l’elemento distintivo dei samurai e modelli ideali per tutta la società.
Un vecchio samurai ha scritto: “tutto è possibile quando sei deciso, sii rispettoso e gentile ma mai indeciso e timido, la vita di un uomo finisce ma il suo nome rimane, cercare informazioni quando sei informato è cortesia, cercare informazioni quando non sei informato è saggezza”. Hanno diffuso le tecniche della meditazione e ci hanno insegnato, da guerrieri, che la forza fisica non ha nessun valore se non viene affiancata dalla forza psichica dell’individuo. Purtroppo, anche il seppuku (suicidio con hara-kiri) era la dimostrazione del loro grande coraggio. Mi ha sempre affascinato come loro stessi abbiano deciso di auto estinguersi. Un grande errore di valutazione, per me.
Con il 1850 nasce la storia contemporanea e finisce l’era dei samurai. Nel 1876 aboliscono la spada, il loro simbolo più caro. La storia l’ho letta nel libro “I Samurai” di Alida Alabiso. Nel 1890 l’imperatore Meijii scriveva: “aumentate il bene pubblico e promuovete la prosperità e il benessere di tutti; abbiate sempre in onore la costituzione e offrite coraggiosamente la vostra vita per il bene della patria”. Un bel messaggio. I nuovi samurai non esistono più, eppure talvolta ne sentiamo la loro mancanza. Forse anche per questa massima: “Per tutto il tempo della sua vita il samurai non deve mai permettersi di allontanarsi da coloro verso i quali è spiritualmente debitore”.
Tratto da “Hagakure. Il codice segreto dei samurai” di Yamamoto Tsunetomo (1659-1719), Einaudi.
Ci sono due disposizioni, una interiore e una esteriore, dopo aver affilato la lama, si rimette la spada nel fodero.
Un samurai usa lo spazzolino da denti anche se non mangia.
Il pesce non vive nell’acqua pulita.
Più aumenta l’acqua e più sale la barca.
I fiori spuntano sempre e continuano a fiorire anche quando il mondo non va bene.
Il mondo non è altro che un sogno. Dunque è assurdo dormire all’inizio e affaticarsi alla fine della vita.
Bisogna saper distinguere la forma della ragione da quella dell’errore. La ragione ha la forma di un angolo, sta seduta e non si muove. L’errore ha la forma rotonda e non sta mai fermo, rotolando sempre.

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).

I commenti sono chiusi.



Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it