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8 marzo convegno su ruolo femminile in agricoltura promosso da “donne in campo” CIA

Articolo pubblicato il 7 Marzo 2019, Scritto da CIA FERRARA

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: CIA ufficio stampa

BOLOGNA, 7 MARZO 2018 – “Sono 12.398 in Emilia Romagna, secondo i dati di Unioncamere, le imprese agricole guidate da donne (se ne contano 216mila in tutta Italia), un patrimonio di tutto il Paese con un peso all’interno del mondo produttivo che non è dato solo dal numero delle titolari, ma anche da una capacità di innovazione che è stata in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla multifunzionalità per le imprese agricole in ambito economico, ambientale e sociale”. Lo afferma Luana Tampieri, presidente di Donne in Campo Emilia Romagna, l’associazione di imprenditrici di Cia- Agricoltori Italiani che domani, 8 marzo, promuove un evento dal titolo a “Donne in agricoltura dal dopoguerra ad oggi”. Il convegno è in programma negli spazi dell’Istituto Cervi di Gattatico (Reggio Emilia), via Fratelli Cervi 9 dove, a partire dalle 9,30, si parlerà della situazione e delle peculiarità delle imprese agricole ‘in rosa’.
Interverranno Simona Caselli, assessore all’Agricoltura, caccia e pesca Emilia Romagna e Roberta Mori, presidente Commissione per la Parità e i diritti delle persone, Albertina Soliani, presidente Istituto Alcide Cervi. L’evento sarà anche occasione per dar voce a più testimonianze di imprenditrici del settore primario. Coordinerà i lavori Alessandra Giovannini, giornalista del magazine Agrimpresa.
Le conclusioni saranno a cura di Pina Terenzi, presidente nazionale Donne in Campo – Cia, mentre nel pomeriggio verrà inaugurata una mostra fotografica avente per tema il ruolo delle donne contadine.
“Nella loro attività imprenditoriale le agricoltrici hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente – dice ancora la Tampieri – attraverso la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, la valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità diventando protagoniste in diversi campi come l’attività di educazione alimentare ed ambientale, gli agriasilo, le fattorie didattiche, gli agriturismi ed i percorsi rurali di pet-terapy.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
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di Piermaria Romani