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680 Start up e 19 Fab-Lab, Emilia-Romagna regione dell’innovazione

Articolo pubblicato il 9 Giugno 2016, Scritto da REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Tempo di lettura: 3 minuti


da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

In Emilia-Romagna oltre una Start up innovativa su dieci di quelle che nascono in Italia, mentre si affermano i Fab-Lab, piccoli spazi per grandi idee, ormai strutturati in tutte le province

Sono 680 le Start up in Emilia-Romagna, l’11,7% del totale nazionale (5.803 imprese): con questi dati il territorio emiliano-romagnolo si conferma, anche nel primo semestre 2016, fra i più ricettivi in Italia di start up innovative iscritte alla sezione speciale del registro imprese. Bologna (169) è la prima provincia, seguita da Modena (137), Reggio Emilia (75), Parma (66), Rimini (53), Ravenna (52), Forlì-Cesena (49), Ferrara (40), Piacenza (39). Sul totale (680), 151 nascono per lo sfruttamento di un brevetto, mentre il 25% occupa personale altamente qualificato (il 95% conta fino a 9 addetti).
Il meglio delle start up emiliano-romagnole è in mostra 9 e 10 giugno a Bologna a Start2B, la sezione speciale di R2B2016 – inaugurata oggi alla Fiera di Bologna – dedicata alle nuove imprese, agli incubatori, agli spazi di coworking e a tutti i soggetti che sostengono la creazione d’impresa.
Le 40 start up selezionate quest’anno propongono innovazioni rivolte a tutti i settori produttivi, dal biomedicale alla meccanica, dalle imprese del packaging a quelle della nautica, ma anche a istituzioni locali e pubbliche amministrazioni.
Tra i nuovi progetti presenti alla rassegna bolognese, dispositivi medici per la protezione cerebrale nel trattamento di ictus, arresto cardiaco e trauma cranici già sul luogo dell’evento, oppure social network per la gestione dei condomini, app dedicate al turismo e alla cultura con riconoscimento fotografico dei monumenti, brevetti innovativi che sfruttano il grafene per packaging ad alte prestazioni, sistemi che aumentano l’efficienza energetica delle produzioni industriali, prototipazioni rapide e stampa 3D. E ancora: piattaforme che aiutano i processi decisionali delle aziende utilizzando dati provenienti dai social network, sistemi laser di ultima generazione per le aziende metalmeccaniche, sistemi innovativi per l’editoria, l’internet of things applicata a reti di oggetti domestici o industriali, sistemi elettrici per imbarcazioni attualmente mosse da motori diesel che vanno incontro alle nuove direttive europee, app per migliorare la gestione e la formazione delle risorse umane in azienda, dispositivi da applicare alle bottiglie di vino per verificarne la qualità e l’originalità della produzione, applicazioni per migliorare la didattica.

Piccoli spazi, grandi idee: già 19 Fab-Lab
Piccoli spazi per grandi idee, innovative. I Fab-Lab sono i nuovi modelli di business per l’impresa e ad oggi in Emilia-Romagna se ne contano già 19, tutte esperienze strutturate.
Il Fab-Lab (fabrication laboratory o anche faboulous laboratory) è una tipologia di spazio dedicato alla fabbricazione digitale: una piccola officina che offre servizi personalizzati. Spazi aperti, che nascono per portare la digital fabrication e la cultura open source in un luogo fisico, dove macchine, idee, persone e nuovi approcci possono mescolarsi liberamente.
E i Fab-Lab come luoghi di progettazione per la comunità locale, oltre alla collaborazione con le imprese e allo sviluppo di attività educative, sono il cuore dell’iniziativa ‘Open Innovation Economy’, promossa dalla rete emiliano-romagnola Mak-ER all’interno R2B2016 a Bologna, che ospiterà i principali Fab-Lab nazionali e un nutrito gruppo di esperienze europee eccellenti. L’obiettivo è quello di raccontare le esperienze dei maker che lavorano in Fab-Lab e makerspace italiani, cercando di individuare processi sostenibili di collaborazione con le imprese, partendo dalle migliori esperienze nazionali e internazionali.
In Emilia-Romagna, ad oggi, i Fab-Lab strutturati sono: RaspiBo, MakeInBo e Fablab Imola, Fablab Valsamoggia (Monteveglio), Wake’n’Make (S.Giovanni in Persiceto, Bo), Fablab Casa Corsini (Fiorano Modenese), Fablab Faenza, Fablab Forlì, FabLab Parma, REI (Reggio Emilia), Fablab Romagna (con 3 sedi a Cesena, Rimini e Forlì), Fablab Terre di Castelli (Spilamberto), MakeInCo – Fablab (Comacchio), MakeIt (Modena), Makers Modena Fablab, MakeRN (Rimini), Maker Station Fablab (Bassa Romagna), WASProject (Massa Lombarda, Ra), Urban Hub (Piacenza).

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani