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da: Ufficio Stampa & Comunicazione di Camilla Ghedini

Poco meno di 100 pagine per narrare in una sorta di fermo immagine «storie del terzo millennio». Dalla malattia all’omofobia, dalla genitorialità alla prostituzione, dall’abuso alla pazzia, dal tradimento all’indigenza, dalla vecchiaia all’immigrazione. Sono quelle contenute in Il buco che ho nel cuore ha la tua forma (Editore Meligrana), della giornalista Eleonora Molisani (Capo Servizio Attualità del settimanale Tu Style), che sarà presentato domani (sabato), alle 17.45, in Feltrinelli, da Camilla Ghedini e letture di Rachele Bonifacio. E proprio la professione, unitamente a «un esperimento linguistico desueto», ha consentito a Molisani di esprimersi in un esercizio di contrazione, asciugatura della parola che spesso suona cruda, ferisce, perché sbatte il lettore davanti a uno specchio, rivelandogli le sue stesse contraddizioni, mostrandogli che spesso non è così ‘buono’ come crede, «senza per questo essere ipocrita». In una sintesi tra racconto, «vituperato» e poesia, «snobbata», l’autrice ha «preso e buttato i personaggi nell’esistenza vera», senza edulcorarla, «perché il confine tra il bene e il male oggi è talmente scolorito da risultare difficilmente intellegibile». In un continuo gioco tra significato e significante, rinunciando al lieto fine, Molisani provoca il «lettore», tenta di suscitare una reazione, denudandolo delle sue intime convinzioni e catapultandolo in una fredda solitudine. «Scrivere piccole storie – chiude Molisani – non è altro che stillare sangue su una pagina bianca».

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