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da: ufficio stampa Coldiretti

La conferma al surriscaldamento del clima terrestre nei dati che rilevano le anomalie delle temperature di anno in anno. I cambiamenti climatici ipoteca sull’agricoltura e sulla vita dell’uomo. Sempre più necessario adottare comportamenti a salvaguardia del nostro futuro, a cominciare dalle piccole cose di ogni giorno.

Il primo trimestre 2015 è stato il piu’ caldo di sempre a livello mondiale con la temperatura media registrata sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,82 gradi celsius rispetto alla media del ventesimo secolo. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della giornata della Terra (Earth day) che si festeggia in tutto il mondo il 22 aprile, sulla base delle rilevazioni Noaa, dalle quali si evidenzia che il primo trimestre 2015 con una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani di 1,59 gradi risultato di temperature record in Europa, Asia, Sud America, Africa dell’Est e a ovest del nord America.

La conferma della tendenza al surriscaldamento viene purtroppo dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – non si tratta di un dato isolato poiché tra i 10 anni più caldi dal 1880 adoggi, ben nove sono successivi al 2000. Il 2014 è in testa alla classifica degli anni piu’ bollenti davanti al 2010 che – continua la Coldiretti – è seguito dal 2005 e dal 1998 e poi a pari merito dal 2013 e dal 2003 e a seguire il 2002, il 2006 e il 2009 a pari La tendenza al cambiamento climatico è evidente anche in Italia dove il 2014 si è classificato come l’anno più caldo della storia, da quando esistono i rilevamenti climatici nel 1880, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr. Nell’anno appena trascorso – sottolinea la Coldiretti – si è registrata una temperatura superiore di 1,45 gradi rispetto alla media per l’effetto combinato di un’estate molto fresca e del caldo anomalo soprattutto in autunno e in inverno. Ma il 2014 in Italia – continua la Coldiretti – è stato anche un anno molto piovoso con il 16 per cento di pioggia in piu’ rispetto alla media che lo posiziona al 39° posto tra gli anni più piovosi negli ultimi 215. Il risultato di caldo e pioggia si èfatto sentire sulla natura e sui raccolti Made in Italy che hanno registrato tagli che vanno dal 35 per cento dell’olio di oliva italiano al 15 per cento per il vino fino al 50 per cento per il miele, mentre il raccolto di castagne è stato da minimo storico.

Che l’Italia abbia la febbre è confermato dalla tendenza al surriscaldamento anche in Italia con ben 9 dei dieci anni più caldi che sono successivi al 2000. Dopo il 2014 – precisa la Coldiretti – c’è il 2003 (+1.37°C), 2007 (+1.33), 2012 (+1.31), 2001 (+1.29), poi il 1994 (+1.11), 2009 (+1.01), 2011 (+0.98), 2000 (+0.92), 2008 (+0.89).

Bisogna affrontare – sostiene la Coldiretti – i drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con una tendenza al surriscaldamento che si è accentuata negli ultima anni ma anche con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ed anche l’aumento dell’incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti che colpiscono l’agricoltura. Non solo la Xylella fastidiosa proveniente dal Costa Rica che sta facendo strage di ulivi nel Salento, ma ammontano infatti – stima la Coldiretti – a circa un miliardo di euro i danni alle coltivazioni Made in Italy provocati dall’invasioni di parassiti “alieni” provenienti da altri continenti che a causa dell’intensificarsi degli scambi commerciali sono arrivati in Italia dove hanno trovato un habitat favorevole a causa dei cambiamenti climatici, dalla Popillia Japonica alla Drosophila suzukii fino alla Aetina Tumida.

A rischio ci sono i simboli dell’agricoltura italiana, dall’ulivo al pomodoro, dagli agrumi al castagno, dalle ciliegie ai mirtilli, ma anche le piante ornamentali come le palme e perfino le api. Per difendere il patrimonio del Made in Italy agroalimentare è necessario – sostiene la Coldiretti – rafforzare gli strumenti di intervento per sostenere i produttori fortemente danneggiati ma è anche necessario potenziare la ricerca e la prevenzione. Il contrasto ai cambiamenti climatici può infatti venire anche dai comportamenti responsabili anche a tavola. Ogni pasto percorre mediamente quasi duemila chilometri prima di giungere sulle tavole. La distribuzione commerciale dei prodotti alimentari, con i lunghi trasporti e le inefficienze di natura logistica, è – sottolinea la Coldiretti – tra le principali responsabili su scala globale dell’emissione di gas a effetto serra. Con semplici accorgimenti nella spesa e nel consumo degli alimenti ogni famiglia italiana può tagliare i consumi di petrolio e ridurre le emissioni di gas ad effetto serra di 2mila chilogrammi (CO2 equivalenti) all’anno. Scegliere prodotti locali e di stagione, ridurre al minimo gli imballaggi, fare acquisti di gruppo, recarsi alla spesa riciclando le buste, ottimizzare il consumo di energia nella conservazione e nella preparazione dei cibi, evitare di apparecchiare con piatti e bicchieri di plastica sono, insieme alla raccolta differenziata, alcuni dei comportamenti suggeriti dalla Coldiretti. E proprio per questo in occasione della giornata mondiale della Terra a Roma nel Mercato di Campagna Amica al Circo Massimo in via San Teodoro 74 ci sarà l’evento solidale “CIBOPERTUTTI” nel corso del quale sarà possibile fare la spesa contribuendo così a diffondere la pratica di un consumo consapevole e responsabile di prodotti dell’agricoltura familiare e biologica a chilometro zero alla presenza tra gli altri di Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI.

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