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2 stabilimenti balneari su 3 dal primo gennaio rischiano di non avere titolo

Articolo pubblicato il 21 Dicembre 2020, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Gruppo Consigliare Per Fare

Se la politica nazionale non ha ancora varato una riforma sulla gestione del demanio marittimo e fa più fatica a imporre dei limiti venendo incontro a ciò che da tempo chiede l’Ue, ancora una volta siamo in balia della Ue e dei giudici, che provano a imporre la messa a bando in Unione europea di tutte le concessioni pubbliche. L’ annunciata manifestazione apartitica di qualche giorno fa a Comacchio si è trasformata in un carosello di bandiere e simboli. Un tema che dovrebbe essere trasversale, anche perché rappresenta una criticità irrisolta non di una parte politica nazionale, ma dei diversi attori politici e governi che si sono susseguiti in questi anni. L’Europa ha avviato nei giorni scorsi la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il rinnovo automatico, fino al 2033, delle concessioni sul demanio marittimo. Il dubbio ora sorge spontaneo: il comune di Comacchio intende continuare a rilasciare le proroghe al 2033 come stanno facendo altri Enti o la nuova Amministrazione Comunale ha stoppato i rinnovi? Vicinanza in ogni caso espressa a parole e a cui non seguono i fatti. Sono infatti al 15.12.2020 solo 49 i rinnovi delle concessioni al 2033 e ancora 2/3 le concessioni demaniali marittime non ancora rilasciate dal Comune di Comacchio (in totale 109). L’ufficio demanio è senza responsabile dal 19.10.2020, tecnici e privati denunciano ritardi e difficoltà di accesso, e circa 100 imprese rischiano di non avere titolo ad occupare il demanio marittimo partire dal 1 gennaio prossimo, “abusivi a casa loro”. Ora basta incolpare altri e perdere altro tempo, occorre lavorare a #testabassa: è in gioco il futuro di tanti lavoratori e imprese. Due settimane di tempo, per dare certezze agli operatori.

Per il Gruppo PerFare
Alberto Righetti- capogruppo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani