“194”, obiezione di coscienza, Consiglio d’Europa e la Ministra Lorenzin
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da: Unione Donne in Italia
Il pronunciamento del Consiglio d’Europa sull’ammissibilità del ricorso della CGIL risale all’ottobre scorso, anche se ne abbiamo avuto notizia soltanto in questi giorni. Tuttavia la Ministra Lorenzin riesce ancora a dirsi stupita dando l’impressione di vivere in uno stato di costante stupore.
Infatti anche nel lontano 2013 quando l’UDI nazionale le chiese un incontro sulla base di un documento Udi interroga, dove in undici punti tutti sull’obiezione di coscienza alla legge 194, si chiedevano dati, informazioni, motivazioni e si sollecitavano risposte, di fronte all’elenco delle criticità denunciate da donne, medici, associazioni ecc. manifestò la sua meraviglia, dubitando dei nostri dati, perchè le risultava diversamente. “Ma controlleremo” fu la conclusione solenne.
Ora, di fronte al Consiglio d’Europa che dice che sì, la CGIL ha diritto di ricorrere perchè in Italia è troppo difficile utilizzare la legge 194, i medici non obiettori sono penalizzati ecc. di nuovo dolorosamente stupita rivela che ciò non è possibile perchè già da tre anni, sono cambiati i modi di… conteggiare i dati tra donne che chiedono l’IVG e il numero degli obiettori.
Chi aveva sperato che fossero migliorate le regole per gestire l’obiezione, ha dunque appreso che si rigiravano i numeri. Ma non c’era bisogno di aspettare le tristi contorsioni linguistiche della ministra, per sapere come vanno le cose attorno alla legge 194. I racconti delle donne, le denunce di abusi continui, ripetuti e impuniti, reparti che dicono no qui non si fa andate altrove, da sempre ci dicono quanto sia alta la posta in gioco sulla legge 194 e quanto essa sia rilevante ai fini di misurare il potere contrattuale delle donne in questo paese, in definitiva il loro diritto di cittadinanza.
I dati sulla 194, rilevati a livello regionale, non struttura per struttura, non daranno mai il dato scandaloso di ospedali con l’obiezione al 100% e l’impossibilità di fare interruzioni se non pagando ore di medici esterni (a proposito di sprechi in sanità). E in quella vaga media fra il 60 e il 100% di obiezioni, scandalosa in sè, mai viene fuori il dato che l’obiezione,, così come viene ora praticata impedisce di fatto l’applicazione della legge. Ministra stupita quanto si vuole, ma inadempiente. E qualcuno le spieghi che se ci sono quattro interruzioni di gravidanza da fare e quattro medici di cui tre obiettori, se quell’uno fa tre interruzioni e non può fare anche la quarta non è lui l’inadempiente, perchè per quanto strano sembri, in quel surreale incontro dalla collaboratrice della ministra ci sentimmo dire proprio questo: “abbiamo scoperto che non tutti i medici non obiettori fanno tutto quello che dovrebbero fare”.
Questa falsa ingenua meraviglia, nasconde in realtà il calcolo preciso di salvare la faccia, ma intanto salvare anche l’universo mondo dell’obiezione “a go go”, ledendo deliberatamente i diritti delle donne. E d’altra parte il problema è serio: si tratta di poltrone, di carriere, di primariati da raggiungere. La coscienza sembra entrarci davvero poco, e infatti non a quella dobbiamo appellarci, ma alla lotta delle donne; la sanità è regionale, ma la nostra collera è nazionale.
L’UDI non ha mai smesso di lottare contro questi soprusi, LAIGA e tante associazioni , gruppi di donne sono nati proprio attorno a questo problema. Ora, dopo anni di lotte, dopo ,l’importante iniziativa della CGIL e il pronunciamento dell’Europa facciamo in modo che non ci sia più spazio per le ipocrisie e le prepotenze. La Ministra Lorenzin ci dica cosa ha prodotto il suo famoso tavolo con le Regioni e impegni L’Istituto Superiore di Sanità a rilevare i dati struttura per struttura e non solo a livello regionale, ci sia una ricerca seria sull’aborto “clandestino” perché non si riesce a di farlo legalmente. Sia ritirata immediatamente la norma che porta a diecimila euro la sanzione per le donne per l’aborto “clandestino”.
Per salvaguardare il diritto delle donne a servirsi della legge 194 l’obiezione di coscienza può e deve essere regolamentata. Queste sono le nostre precise richieste.
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