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Da: Giorgio Fabbri

Riflettendo sul “Caso Paron” penso che potrei capire, anche se non giustificare, il gesto della presidentessa della Provincia se, a caldo, avesse istintivamente reagito a una frase “naomiana” sopra le righe.

La nostra Barbara, invece, ha dichiarato di aver reagito…a ciò che accadde un anno fa e comunque non alle parole pronunciate da Lodi il 4 novembre. A questo punto è evidente che il gesto fosse premeditato e calcolato (scuola di Renzi?) per l’eco mediatica che avrebbe avuto.

Con più eleganza la Dr.ssa Paron avrebbe potuto anche “snobbare” l’evento inviando un anonimo funzionario. Quante volte i ministri che non desiderano la prima fila delegano un oscuro sottosegretario a rappresentarli?

E invece no, la nostra Paron si è presentata di persona in veste ufficiale per compiere in maniera plateale e sotto gli occhi dei fotografi un gesto teatrale nei confronti del Vice-Sindaco (che ha subito condanne penali come Beppe Sala, sindaco di Milano, ma a quest’ultimo nessuno contesta di avere la fedina penale “macchiata” : due pesi e due misure?).

Cara Signora, dato che Lei rappresenta anche me avrei gradito più garbo e più stile. Specie da una rappresentante del gentil sesso. Lei invece ha scelto una maniera un po’ “barbara” di agire.

“Nome omen”, dicevano i Romani. E forse, almeno nel suo caso, avevano ragione.

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