17 Febbraio: “I Vitelloni” di Federico Fellini, al Cinema Boldini.
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Da: Arci Ferrara APS.
Continuano al Cinema Boldini le proiezioni che omaggiano il cinema di Federico Fellini in occasione del centenario della sua nascita (20 gennaio 1920).
Lunedì 17 febbraio l’appuntamento che chiude la rassegna FELLINI100 (sono cinque i capolavori felliniani che sono stati portati in sala tra gennaio e febbraio) è con I VITELLONI in versione restaurata.
“Vitelloni” vengono chiamati, nelle città di provincia, quei giovani di buona famiglia che passano la loro giornata nell’ozio, tra il caffé, il biliardo, la passeggiata, gli amori inutili, i progetti vani. Tali sono, nella loro piccola città, cinque amici: Fausto, Moraldo, Alberto, Leopoldo e Riccardo.
Fausto amoreggia con Sandra, la sorella di Moraldo e quando lei rimane incinta, per volere del padre deve sposarla. Ma né il matrimonio, né la paternità hanno la virtù di renderlo più serio perché Fausto è sempre lo stesso “vitellone”, amante dell’ozio, delle avventure, dei passatempi. Dopo avergli ripetutamente perdonato i suoi tradimenti, Sandra un bel giorno perde la pazienza e scappa di casa col bambino.
E’ un duro colpo per Fausto, che comprende finalmente tutto il male che ha fatto a sua moglie: la cerca disperatamente, la trova, si riconcilia con lei, mentre suo padre completa, a suon di bastonate, la lezione.
Gli altri vitelloni continuano a trascinare la loro inutile esistenza e tra loro campeggia il personaggio di Sordi (Alberto), punto di fusione di violenza satirica, grottesco e patetismo. Il film si chiude con la partenza all’alba di Moraldo, il meno intorpidito del gruppo, salutato alla stazione da Guido, il piccolo aiuto ferroviere, simbolo di un mondo dove la fatica quotidiana è la regola.
Uscito nelle sale nel 1953, I VITELLONI è il terzo film diretto da Fellini, dopo “Luci del varietà” e “Lo sceicco bianco”. Il primo a vincere un riconoscimento importante come il Leone d’Argento al Festival di Venezia, oltre che il Nastro d’Argento come miglior regia, miglior attore non protagonista per Alberto Sordi e miglior produttore.

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Arci Ferrara
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani