di Federico Di Bisceglie
Due giorni fa, il 17 marzo, l’Italia unita ha compiuto 155 anni.
Il 17 marzo 1861 si concretizzava un sogno. Un’idea sviluppata nel tempo, fondata su principi morali e valori che sarebbero stati destinati a essere le basi di tutta la nostra “breve” storia nazionale, da quella fatidica data fino ad oggi. Per “storia breve” si intende rispetto agli altri Paesi, se non altro quelli europei, che hanno alle loro spalle una tradizione più lunga, più radicata e, di conseguenza, meglio integrata nel loro patrimonio culturale. L’Italia si professa unita da più di un secolo e mezzo, quest’anno ricorrono i centocinquantacinque anni, ma alcuni interrogativi persistono: si è proprio certi di essere un paese unito? Ci sentiamo davvero tutti parte di una sola Nazione? E soprattutto: l’Italia si può davvero definire unica e indivisibile? Esiste una sola Italia?
Presumibilmente il “padre” dell’Italia unita, il teorico dei più elevati principi repubblicani e unitari sui quali il nostro Stato dovrebbe tutt’ora ergersi, Giuseppe Mazzini, non sarebbe fiero di ciò che sta accadendo al giorno d’oggi nel paese che lui ha faticosamente cercato di unire e per il quale ha dato tutto se stesso. E’ vero anche che quando Mazzini scriveva il contesto storico, politico, economico, sociale mondiale era totalmente differente rispetto quello che si è profilato in questi anni, sebbene anche allora ci fossero forti tensioni e le problematiche non fossero di poco conto. Ciò che però è cambiato radicalmente è il popolo. A seguito dei moti di insurrezione popolare che si erano susseguiti nel corso della prima metà del XIX secolo, in Italia si era progressivamente diffuso uno spirito nuovo e si era delineata una visione nuova dello stato. Si respirava la Libertà, iniziava a tirare un vento laico destinato a scaturire in un cambiamento profondo e radicale, che accese nelle menti degli italiani un nazionalismo puro, un amore sincero per il proprio Paese, sotto l’unificatore segno della bandiera tricolore. Tutti questi principi sembrano adesso molto lontani e completamente distanti dalla nostra realtà e in un certo senso sembra non facciano più parte del nostro patrimonio culturale. Contrariamente, si dovrebbe più spesso prestare un’attenzione maggiore ai valori che i padri della nostra Nazione ci hanno faticosamente trasmesso e che altrettanto ardentemente hanno conquistato, per porre fine una volta per tutte a una serie infinita di stereotipi assolutamente infondati che tutt’oggi caratterizzano il popolo italiano, per sentirci finalmente e indiscriminatamente Italiani. E’ proprio perche la classe politica non rappresenta questi valori e questi ideali che gli italiani devono ritrovare in loro stessi un’identità comune, un valore assoluto che vada al di là di appartenenza politica, ideologica e culturale: la propria Nazione.

Sostieni periscopio!
Redazione di Periscopio
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it