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da Roberta Trucco

Inizia così una Lettera aperta ai presidenti e ai segretari dei partiti che partecipano alle prossime elezioni politiche a firma di molte femministe

“Siamo una rete di associazioni, gruppi e singole che intendono far valere – tra i principi fondativi della nostra civiltà e di una visione ricca della libertà delle donne – il rispetto della personalità femminile, la procreazione come atto libero non soggetto al mercato e la salvaguardia dell’umanità del bambino che non può essere oggetto di scambio. La pratica della maternità surrogata, in qualsiasi forma venga presentata, contravviene all’insieme di questi principi. La Corte costituzionale in una recente sentenza lo ha ribadito sostenendo che la maternità surrogata “offende in modo intollerabile la dignità delle donne e mina nel profondo le relazioni umane”. D’altra parte la maggioranza del popolo italiano, come un recente sondaggio ha rilevato, resta fermamente contraria alla surrogata.”

In Italia la maternità surrogata è un reato ma questo non impedisce a coppie eterosessuali e omosessuali di procurarsi un bambino, letteralmente di acquistare un bambino all’estero e poi portarlo in Italia senza dovere incorrere in alcuna sanzione.
È iniziata la campagna elettorale e noi femministe siamo convinte che oggi sia necessario affrontare questo tema perché lo riteniamo dirimente rispetto alla società che stiamo costruendo.
La battaglia per l’abolizione universale della maternità surrogata è una battaglia di civiltà, demarca il confine della idea stessa di essere umano, stabilisce l’idea antropologica fondante la nostra civiltà.
La cancellazione del volto e del nome della madre, ridurre a frammenti e spezzettare la maternità, come se la riproduzione fosse un segmento della costruzione di un prodotto, il bambino, è il volto aberrante di un capitalismo neoliberale che si ciba ormai dei corpi umani.
La politica deve prendere atto che il mercato dell’utero in affitto non può essere venduto come una battaglia progressista e di libertà, ma nasconde la terribile realtà della schiavitù del terzo millennio: le donne come fattrici della riproduzione e i bambini come “pacchi dono”.
La mercificazione dei corpi delle donne non è una novità, la prostituzione intesa come “ il mestiere più antico” fa parte anch’essa di un discorso politico antico. Oggi, drammaticamente, si torna a parlare di legalizzare la prostituzione.
Nel mercato della prostituzione e in quello della maternità surrogata la materia prima e la forza lavoro sono le donne, i loro corpi e le loro relazioni.
La libertà di fare dei propri corpi ciò che si vuole è una fallacia.
E’ la domanda che fa il mercato.
La nostra battaglia è dunque una battaglia trasversale che interroga tutti i singoli candidati, di destra di sinistra, di centro etc. Ecco perché, come donne italiane, chiediamo a tutti di sottoscrivere la petizione
https://www.change.org/p/partiti-che-partecipano-alle-prossime-elezioni-politiche-firma-per-chiedere-a-partiti-impegno-al-rispetto-del-divieto-di-maternit%C3%A0-surrogata
che chiede a tutti i candidati di impegnarsi a far rispettare il nostro ordinamento, di assumere misure per impedirne l’aggiramento e di agire a livello internazionale perché la gestazione per altri venga progressivamente abolita.
In sostanza chiediamo ai nostri politici di dimostrare che la legalità non è contenitore vuoto e che ne sono i garanti.

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Redazione di Periscopio



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