Il mito, il terrore e il fascino del mostro dal volto di donna, una donna bellissima e terribile. Quante volte ho sognato una donna come lei, splendida creatura carnivora, pronta a divorarmi, a bere il mio sangue senza un rimorso, senza cuore. La voglia di buttarsi tra le sue braccia, di perdersi nei suoi occhi, profondi e neri come la notte. Il destino è quello di rincorrersi, fuggire dai propri traumi per inseguirne altri. Solo, nell’incombenza della morte, nella guerra tra desiderio e patimento, sento la vita pulsare e gridarmi il proprio piacere-terrore, prima di gettarmi nell’abisso. Un amplesso, intenso e sottile confine tra la vita e la morte, resta il mio ultimo premio.
Il brano andrebbe ascoltato rigorosamente al buio, preferibilmente di notte e in completo isolamento. Magari dopo aver letto Carmilla di Le Fanu… potrebbe essere un’idea! È che terrore, desiderio e romanticismo macabro sono gli ingredienti perfetti per la storia dell’orrore perfetta. In fondo Rael è come Jonathan Harker, ospite inconsapevole delle premurose concubine di Vlad Tepes.
Esiste qualcosa di ancor più potente dell’istinto di conservazione? Forse è il desiderio irrefrenabile di abbandonarsi al proprio fato. Quando questo ha le sembianze di una femmina bellissima e affamata… Lo sanno bene i maschi delle mantidi e delle vedove nere, che fanno una vita da comparse con un destino tragico e deciso ancor prima di nascere, il cui unico momento di gloria farà coincidere il proprio piacere con la propria distruzione.
The Lamia (Genesis, 1974)
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Carlo Tassi
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