Da: Stefania Soriani, segretaria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista di Ferrara
Stefano Randelli, segretario provinciale del Partito Comunista Italiano di Ferrara
Kiwan Kiwan, Sinistra per Ferrara
In questa epoca di pandemia la festa del Primo Maggio mette in primo piano l’importanza del lavoro, pertanto l’augurio a tutte le lavoratrici e ai lavoratori è quello di tornare al più presto a migliori condizioni, superando una crisi che colpisce le fasce più deboli.
L’articolo 4 della Costituzione sancisce che: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della scelta.”
E oggi è più che mai fondamentale la sicurezza nel luogo di lavoro, sia per quanto riguarda la sanità a livello generale, sia riferito alla sicurezza del reddito ed alla salvaguardia della vita delle persone che non debbono essere subalterni al profitto e ai dettami di Confindustria.
La sicurezza del reddito deve essere garantita dagli ammortizzatori sociali che devono permettere ai lavoratori e alle lavoratrici la dignità del sostentamento delle loro famiglie.
In un’auspicabile e futuribile uscita dalla crisi, si dovranno sconfiggere le politiche di attacco ai diritti dei lavoratori; diritti che sono stati oggetto di smantellamento negli ultimi anni e lavorare per potenziare, lo Statuto dei lavoratori o meglio le “Norme sulla tutela e dignità dei lavoratori, della liberà sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”, Statuto che tra pochi giorni compirà 50 anni.
Purtroppo coloro che dovrebbero essere i protagonisti, i lavoratori, sono resi invisibili nei mass media con limitato diritto alla parola. Si parla di caduta della produzione, calo del fatturato, mancanza di liquidità delle aziende e molto altro, ma non si accenna alla drammatica situazione di queste donne e di questi uomini sull’orlo della disperazione. Non tutti potranno accedere agli ammortizzatori sociali, ma gli altri, i lavoratori autonomi avranno forse un bonus di 600 euro e alle restanti categorie atipiche non resterà nulla; “andrà tutto bene solo per chi se lo potrà permettere”. A tale proposito non bisogna dimenticare le categorie del lavoro “grigio” e “nero” che potranno al massimo accedere a qualche buono spesa; un’eventualità non prevista dalla giunta leghista della nostra città, che ha istituito criteri discriminatori d’accesso sulla base della nazionalità, da poco dichiarati illegittimi dal tribunale locale.
Si segnala inoltre nella vicina Sassuolo (MO), comune guidato anche in questo caso da una giunta leghista, l’istituzione del reato di compassione, che prevede una multa per chi fa l’elemosina. Questo anche per ribadire l’estremo divario tra idee comuniste e leghiste; nonostante le assai discutibili affermazioni di un politico locale ferrarese. Il Comunismo ribadisce da sempre il rispetto e la difesa delle persone tutte, a partire dai più deboli agli oppressi: bambini, donne, disabili, anziani, immigrati e richiedenti asilo. Ad esempio in questo periodo caratterizzato dalla chiusura delle scuole non è stato previsto un vero e proprio piano per i bambini, la cui cura viene ancora una volta demandata alle donne.
Ritornando sul significato di questa festa concludiamo con K. Marx e F. Engels che non solo introducevano lo slogan “lavoratori di tutto il mondo unitevi”, ma anche con il seguente concetto, assolutamente attuale: “Il proletariato è la classe degli operai moderni, che vivono solo fintantoché trovano lavoro, e che trovano lavoro solo fintantoché il loro lavoro aumenta il capitale. Questi operai, che sono costretti a vendersi al minuto, sono una merce come ogni altro articolo commerciale, e sono quindi esposti, come le altre merci, a tutte le alterne vicende della concorrenza, a tutte le oscillazioni del mercato. Mentre si impoveriscono i poveri e la classe media, per effetto delle crescenti diseguaglianze assistiamo al ritorno della lotta di classe, la coscienza della stessa, che crea un conflitto aperto tra oppressori e oppressi.”
Appare quindi irrinunciabile ragionare su come garantire una produzione, in condizioni di salvaguardia della salute, una progettazione del sistema economico fondato sui bisogni delle persone, invece che del profitto, tramite la gestione comunitaria della produzione, della generazione e della distribuzione delle risorse.
Infine, durante questo periodo d’emergenza sanitaria noi chiediamo un’estensione universale del reddito di quarantena per tutte e tutti e politiche pubbliche per lo sviluppo, utilizzando questa fase del lavoro per una riconversione ambientale e sociale dell’economia.
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