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Da: Camera di commercio Ferrara

1.699 imprese Ferraresi negli ultimi cinque anni, hanno puntato sulla green economy per superare la crisi e affrontare il futuro: sono più competitive, esportano e assumono di più.

“L’economia verde è sinonimo di competitività e di innovazione. Un’impresa ferrarese su 4 che investe in green ha introdotto tecnologie 4.0 per equipaggiarsi ad affrontare con successo la sfida della crescita sostenibile. Mentre una su 3 ha visto crescere le proprie esportazioni, il suo fatturato e il numero dei dipendenti”. E’ quanto ha commentato il presidente della Camera di commercio di Ferrara, Paolo Govoni, a margine della presentazione a Bologna del Rapporto GreenItaly 2018 di Fondazione Symbola e Unioncamere del 10 luglio scorso.“Le aziende che puntano sulla sostenibilità, sulla tutela dell’ambiente, sull’economia circolare, anche grazie alle nuove tecnologie abilitanti – ha proseguito il presidente della Camera di commercio – sono più innovative, hanno una migliore capacità di affrontare i mercati stranieri, creano maggiori opportunità di lavoro qualificato e vendono di più rispetto alle imprese non green. Per questo – ha concluso Govoni – sempre più imprenditori abbracciano l’economia verde coniugando tradizione e innovazione, qualità e bellezza, rispetto del territorio e del suo ecosistema”.

Il dato ferrarese
Sono 1.699 le imprese ferraresi dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito nel periodo 2015-2018, o prevedono di farlo entro la fine del 2019 (nell’arco, dunque, di un quinquennio) in prodotti e tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2: in pratica, un’azienda ferrarese su quattro, e nel manifatturiero sono quasi una su tre. Un antidoto contro la crisi dunque, ma anche uno stimolo per agganciare e sostenere la ripresa. Un indubbio fattore di competitività, che trova le sue radici nel peculiare sistema di piccole imprese, in cui efficienza, qualità e bellezza, flessibilità, coesione sociale e legami territoriali alimentano i fatturati aziendali.

Il dato nazionale
Le aziende di questa GreenItaly – evidenzia il Rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere – hanno un dinamismo sui mercati esteri nettamente superiore al resto del sistema produttivo italiano: con specifico riferimento alle imprese manifatturiere (5-499 addetti), quelle che hanno visto un aumento dell’export nel 2017 sono il 34% fra chi ha investito nel green contro il 27% tra chi non ha investito. Queste imprese innovano più delle altre, quasi il doppio: il 79% ha sviluppato attività di innovazione, contro il 43% delle non investitrici. Innovazione che guarda anche a Impresa 4.0: mentre tra le imprese investitrici nel green il 26% adotta tecnologie 4.0, tra quelle non investitrici tale quota si ferma all’11%. Sospinto da export e innovazione, anche il fatturato cresce: basti pensare che un aumento del fatturato nel 2017 ha coinvolto il 32% delle imprese che investono green (sempre con riferimento al manifatturiero tra 5 e 499 addetti) contro il 24% nel caso di quelle non investitrici. Green Jobs: occupazione e innovazione. Alla nostra green economy si devono già 2 milioni 998 mila green jobs, ossia occupati che applicano competenze ‘verdi’. Il 13% dell’occupazione complessiva nazionale. Un valore destinato a salire ancora entro l’anno: sulla base delle indagini Unioncamere si prevede una domanda di green jobs pari a quasi 474.000 contratti attivati, il 10,4% del totale delle richieste per l’anno in corso, che si tratti di ingegneri energetici o agricoltori biologici, esperti di acquisti verdi, tecnici meccatronici o installatori di impianti termici a basso impatto; e nel manifatturiero si sfiora il 15%.

Focalizzando, infine, l’attenzione sui soli dipendenti e scendendo nel dettaglio delle aree aziendali, notiamo come in quella della progettazione e della ricerca e sviluppo il 63,5% dei nuovi contratti previsti per il 2018 siano green, a dimostrazione del legame sempre più stretto tra green economy e innovazione aziendale.

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